Virginia de Winter: il backstage di Vogue

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    Cari lettori, nuovo appuntamento con lo speciale dedicato alla scrittrice Virginia de Winter e al suo nuovo romanzo "Black Friars - L'ordine della Chiave", in uscita con Fazi il prossimo 15 luglio.

    Un post davvero chic, quello di oggi, che non a caso si intitola "Vogue backstage": alla nostra cara Virginia (Sav, per i fan di vecchia data) è infatti stata dedicata una pagina sulla celebre rivista di moda!
    Correte quindi in edicola e procuratevi una copia di Vogue di questo mese. Poi apritelo a pagina 27... Ed ecco a voi "Curvy fantasy"!
    Eclettico, romantico, nostalgico, fantasioso. Questi sono alcuni degli aggettivi utilizzati per descrivere l'inconfondibile stile di quest'autrice, caratteristiche che si riflettono anche nel suo modo di vestire, come testimoniano le fotografie che accompagnano l'articolo (e che ritraggono - s'eppur di sfuggita - Virginia).

    Potevamo limitarci a segnalarvi l'articolo? Ma ovviamente no! Io e Annie (admin di "Reading at Tiffany's", il nostro blog gemellato) ci siamo per così dire intrufolate nel backstage, strappando a Virginia una breve intervista e corredando il tutto con alcune foto inedite (messe gentilmente a disposizione da Esther de Winter)! Mica male, eh?

    Uscire dall'ufficio, svoltare l'angolo, andare in edicola e pagare 5,00 € per una copia di Vogue Italia di giugno. Per una che di professione fa la stilista sembrerebbe tutto nella norma.
    Ma poi, sfogliando distrattamente le prime pagine, cade l'occhio proprio lì, a pagina 27, tra un occhiale di Versace e l'ultima fragranza di Calvin Klein. Ma è Virginia de Winter!
    Se vi siete persi tutto questo correte in edicola e vedete di rimediare e, se volete mettere la ciliegina sulla torta, leggete l'intervista a Virginia "Vogue backstage"...

    Ciao Virginia, benvenuta a "Vogue backstage", l'intervista organizzata dai blog Sfogliando e Reading at Tiffany's che punta a scoprire i retroscena dell'articolo comparso sulla nota rivista di moda. Grazie per la disponibilità, cara, sei come sempre gentilissima. Prima di passare alle domande, un saluto ai tuoi lettori?
    Ciao fanciulleh e fanciulli, nipoteh, neuroneh e tutte le persone che hanno la pazienza di sopportarmi XD
    Lau e Annie sante subito!

    Se anche solo un anno fa ti avessero detto che, in futuro, ti sarebbe stata dedicata un'intera pagina di Vogue... Che avresti detto?
    Mah. Qualcosa del tipo "Certo, e poi c'era la marmotta che incartava la cioccolata...." penso che non mi sarei nemmeno presa il disturbo di ridere.

    Giugno 2011: "Vogue" dedica pagina 27 a Virginia de Winter. Ora che ci dici? Come hai vissuto questa esperienza?
    Non c'è stato quasi tempo per ralizzare. Paola mi aveva ventilato la cosa, ma io l'avevo archiviata come una delle mille da fare sostanzialmente perché non mi sembrava probabile. Così quando mi hanno chiesto qualche scatto di prova li ho fatti realizzare nel giro di poche ore piazzandole tra un'uscita con un'amica e una cena. Ti
    ripeto: la cosa mi sembrava anche così remota che non le ho dato un peso eccessivo. Poi è successo tutto di colpo: mi telefonano dicendo di visionare le foto scelte e di tenermi pronta per l'intervista.

    Okay. Niente panico. Sei finita su Vogue Italia, la rivista di moda più ambita al mondo... come ci si sente?
    Non saprei. Ho riletto la tua domanda tipo dieci volte, ma il mio cervello si rifiuta ancora di collegare le due cose: io, Vogue. Oddio.

    Raccontaci i dettagli più divertenti della tua intervista telefonica...
    Ero seduta sulla scalinata interna di un museo pensando di aver miracolosamente recuperato un po' di privacy. A un certo punto mi scova una mia amica in vena di sgattaiolare via per comprare qualcosa di fritto (...poco Vogue? SUSHI, per comprare del sushi!) e comincia a strillare: "Ehi matta! Ehi bona!". Io tento di ignorarla e di mantenere inalterato il tono di voce mentre tentavo di gambizzarla con la mia borsa ma il giornalista aveva già sentito e stava ovviamente ridendo.

    Ora che, oltre ad essere un'autrice di successo sei anche un'icona di stile, svelaci i tuoi must have!
    I guanti! Io adoro i guanti: lisci, traforati, chiari, scuri, camoscio e poi pizzo pizzo e ancora pizzo, sono una cosa adorabile e perfetta per dare quella nota particolare a qualsiasi cosa si indossi. Senza contare che sono un'ottima strategia quando si tratta di un'uscita improvvisa che ci trovi con la manicure non proprio perfetta. Il profumo, sempre, perché una nota olfattiva gradevole per me è il miglior biglietto da visita, occhiali da sole e foulard!

    Quanta importanza hanno le mise dei tuoi personaggi?
    Abbastanza. Per la mia editor amatissima molto meno, infatti tende a ridurre il guardaroba dei miei personaggi ai minimi termini e, per personalità come Eloise e Bryce questa può rivelarsi un'autentica sofferenza.

    Chi ti conosce sa che ami i capi unici e un po' vintage... dove fai shopping?
    Dappertutto. Negozi, siti internet, mercatini antiquari (la mia passione!). Non c'è bettola o banchetto dove non vada a ficcanasare.
    Gli stili mi incuriosiscono, molto più della moda propriamente detta che ha meno attrattiva su di me. Ho una passione per il vintage perché ogni volta che accarezzo un certo tipo di piqué di cotone degli anni '60 o esamino le cuciture di un cappotto a trapezio scovato, mettiamo, al mercato della Montagnola a Bologna, oppure sento il profumo di pelle e di armadio della mamma delle borse vintage, penso che questi sono capi concepiti per durare nel tempo e così è stato. Una cosa completamente diversa rispetto al senso di effimero che si accompagna a capi più moderni. Dei vestiti di oggi non mi piace la fibra e trovo troppo spesso la fattura poco curata, il taglio approssimativo e le cuciture un po' scadenti. Ho come l'impressione che l'unico discrimine per la qualità sia il prezzo e, anche troppe volte, nemmeno quello. Senza contare che mi piacciono i vestiti con una storia, l'ambiente elegante e civettuolo di certi negozietti vintage e l'impressione di trovarmi nel guardaroba della protagonista di un film in bianco e nero.

    Sono d'accordo con te quando dici che nella vita ci vuole un po' di frivolezza... credi che questo aspetto del tuo carattere abbia alimentato il tuo successo?
    Diciamo che tra ragazze capiamo sempre al volo il valore di certi momenti trascorsi a parlare, apparentemente, solo di sciocchezze femminili. Questo crea una bella complicità con le persone che ti seguono.

    La rivista parla del tuo stile vestimentario definendolo eclettico e romantico. Quando scrivi, qual'è l'accessorio che non può mai mancare? Ne hai uno che preferisci in particolare, una sorta di portafortuna?
    Il profumo. Sono davvero fissata coi profumi, non c'è davvero altro che posso dire. Quando ho cominciato a scrivere Black Friars ero solita indossare qualche goccia di Dreamer di Versace (mi piacciono molto i profumi maschili), quindi ogni volta che, per caso, sento questo profumo torno a quella gradevolissima primavera.

    Le foto che accompagnano l'articolo (su gentile concessione di Esther de Winter, come quelle che accompagnano questa intervista) ritraggono per la primissima volta Virginia de Winter, anche se solo di sfuggita. Un piccolo strappo alla regola, conoscendoti e sapendo quanto tieni alla tua privacy. Si è tratto di un'eccezione pressochè unica, o in futuro possiamo aspettarci altre sorprese di questo tipo? Mai dire mai, giusto?
    Mai dire mai sicuramente, ma è uno strappo alla regola più dettato dalle circostanze che altro. Ci tengo a mantenere, per quanto più possibile, la mia vita tranquilla e intatta. Sono un'abitudinaria, fondamentalmente, mi serve tempo per adeguarmi a un certo tipo di cambiamenti e quando posso tenerli lontani... ben venga. Magari qualche altro scatto spiritoso come questi, che mostri qualche particolare bizzarro senza dover sopportare il trauma della mia faccia che mi guarda dallo schermo di un computer. Non dimenticare che queste fotografie le ha fatte la mia sorellina.

    Cito l'articolo: "Lo stile personale di Virginia, come la sua scrittura, è nostalgico e fantasioso". Un paragone davvero interessante, che mi porta inevitabilmente a chiederti...Se dovessi associare Black Friars a un capo d'abbigliamento, quale sceglieresti e come sarebbe fatto?
    Non ci avevo mai pensato. Queste parole di Federico Chiara (simpaticissimo, gentile, caloroso, ci tengo a ringraziarlo ancora anche dai vostri spazi) mi hanno fatto riflettere. In fondo avrei dovuto capirlo: la personalità di tutti noi si esprime in vari ambiti e in tutti con una coerenza di fondo. Romantica, nostalgica e fantasiosa, sicuramente ha ragione ed è indubbio che le caratteristiche che improntano le mie storie finiscano per determinare anche il mio stile che, in realtà, è più mio che eccezionale e preferisco così. Black Friars sarebbe un lungo, avvolgente scialle con pizzi e merletti.




    fonte: readingattiffanys&sfogliando.com
     
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