Intervista alla scrittrice senza volto Virginia De Winter

da Marie Claire

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  1. shadöwcat
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    In principio fu Harry Potter. Poi arrivò Twilight, ed erano solo le avvisaglie dell'invasione "young adult", la narrativa destinata a un pubblico poco più che adolescente – quello che le statistiche spacciano come passivamente incollato alla tv e al pc - ma che ha finito per acchiappare lettori in ogni fascia d'età guadagnandosi l'incontestabile merito di aver tenuto in vita l'editoria e le librerie di mezzo mondo. Peccato che da noi persista ancora il vizietto esterofilo di dare più credibilità a tutto ciò che spunta negli orti altrui e che un fresco talento nostrano come Virginia de Winter, ora in libreria con Black Friars, l'ordine della chiave (Fazi), preferisca celarsi dietro un nome inglese, per essere più credibile. Due anni fa, le disordinate bozze della scrittrice spuntata fuori da un sito di fan fiction, circolavano tra gli addetti ai lavori radunate in una ponderosa, foltissima risma intorno alla quale si alzavano grida di dolore, se cadeva a terra per sbaglio. E nessuno aveva dubbi: un talento dal lessico ottocentesco era sceso dal cielo per regalare nuovi sapori ai nostri palati indifferenti.

    Il successo, in effetti c'è stato: la prima edizione del suo Black Friars, l'ordine della spada (Fazi Editore) è andato esaurito in pochi giorni, e il secondo volume L'ordine della chiave ne sta seguendo le orme. Eppure, tutto accade in sordina e lei continua a tenere il freno a mano tirato celandosi al suo pubblico, negandosi alle presentazioni e postando sul suo profilo Facebook tante immagini vintage, ma mai nessuna che la ritragga (e il volto che si intravede nella nostra gallery non è quello della scrittrice).

    Perché non vuole farsi vedere? Vuole creare un alone di mistero intorno alla sua figura?
    Ma no, nessun mistero, solo riservatezza: mi piace la mia vita e non sento il desiderio di essere riconosciuta. Ho un'esistenza serena e non voglio che qualcosa la turbi. Non penso che ciò possa compromettere la mia carriera di scrittrice. Certo, avessi deciso di fare la modella sarebbe stato un problema...

    Ha iniziato scrivendo di vampiri in un momento in cui l'argomento era ancora fresco: non teme che ora, il mercato sia saturo?
    Ho cominciato a scrivere in tempi non sospetti, ho pubblicato il primo libro quando già sembrava che l'argomento stesse andando a male. A me il tema piace ed è sempre piaciuto, i vampiri, il gotico e la sfumatura più tetra del fantasy laddove sfiora l'horror e si confonde con esso. Ho divorato i libri di Anne Rice a più riprese, visto Intervista col Vampiro almeno venti volte, beandomene ogni volta. Era quello che mi piaceva: perché rinunciare, soprattutto in un periodo in cui i lettori italiani appassionati del genere dovevano desiderare disperatamente libri pubblicati all'estero? Che il mercato sia saturo non lo temo: quella del gotico è una sottocultura che esiste da sempre. Negli ultimi anni è emersa, ma tornando nell'ombra non vuol dire che scompaia.

    È una fan di Twilight?
    Twilight mi è piaciuto. Non ho amato tutti i libri della saga allo stesso modo ma il primo volume è praticamente distrutto per quante volte l'ho riaperto. L'ho letto in una notte sola, ascoltando i My Chemical Romance, e riletto due volte subito dopo. Ho pensato che se lo avessi letto a sedici anni mi avrebbe spezzato il cuore. Quel libro ha qualcosa di geniale che risiede nella sua semplicità, nel comunicare al lettore le emozioni che desidera. L'uovo di Colombo servito a colazione. Uno di quei libri che chiudi, con un sorriso di ammirazione e pensi: però, avrei dovuto scriverlo io!

    (Si interrompe timorosa: ehm... poi mi fa rileggere quello che ho detto, vero? Chissà perché finisce sempre che me ne esco con qualcosa che, letta dal un altro punto di vista, suona francamente sgradevole...)

    Lei si è fatta scoprire dai talent scout come scrittrice di fan fiction di Harry Potter: come vivrà la conclusione della saga, anche al cinema?
    Non ho ancora metabolizzato, è un trauma che mi ha lasciato incapace di connettere per parecchi giorni. Ho visto solo di recente la prima parte del settimo film, mi ero rifiutata perché non sopportavo di vedere la fine di questa storia che tanto ha significato e significherà per me. Amo le fan fiction, amo abitare a Hogwarts, fare spese a Diagon Alley e dormire al Paiolo Magico. La semplice idea che dietro un muro di mattoni si conservi, immutato, l'universo dei miei sogni mi fa sentire di avere sempre una casa dove tornare.

    Da dove ha imparato il linguaggio aulico che usa nei suoi romanzi?
    Sono una fanciulla del Liceo Classico fatta e finita, vecchio Liceo Classico meridionale, professoresse vintage votate alla professione che si esprimono in greco e latino esattamente come in italiano e che pretendono che in loro presenza tu ti esprima in maniera corretta senza sconti. Anche la famiglia ha giocato un ruolo chiave, credo. I miei sono insegnanti e mio padre dice sempre che i bambini giocano con ciò che trovano in casa, nel mio caso i libri. Per il resto ho una laurea e un master e altri titoli che nulla hanno a che vedere con la letteratura.

    A chi, modestia a parte, potrebbe paragonarsi fra gli scrittori del passato?
    Non mi posso paragonare a uno scrittore del passato, si rivolterebbe nella tomba. Mi piacerebbe molto definire il mio stile fine '800, o primi '900, mi impegno molto a "invecchiare" il vocabolario, anche se poi mi dicono che mi capisco solo io... In più, c'è un pizzico della poco sobria e divertente prosa anni '80.

    Cosa ne pensa della distopia futurista, in ascesa in questi giorni?
    La distopia è un genere a cui, fino a questo momento, mi sono avvicinata solo con i classici, anche se ho letto di recente Matched (di Ally Condie, pubblicato da Fazi, ndr) che mi è piaciuto molto. Secondo me, i boom dell'editoria si può giusto constatarli, più che prevederli. Staremo a vedere!


    Dopo la saga di Black Friars, cosa scriverà?
    Forse sarò buona per la pensione e per coronare il mio sogno di aprirmi un bar alle Canarie. Scherzi a parte: ancora non ho detto nemmeno la metà di ciò che voglio dire riferito a questo mondo. Mi piacerebbe però scrivere romanzi singoli al di fuori di questa saga - l'ho fatto, per la verità - e ne progetto un altro. Ma io sono una che una ne fa e cento ne pensa...
     
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0 replies since 30/7/2011, 21:58   66 views
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